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Energia
Dalle stelle ai treni: l’idrogeno può fare la rivoluzione verde

18-09-2024

Dalle stelle ai treni: l’idrogeno può fare la rivoluzione verde

Nelle nostre vite l’idrogeno è più presente di quanto possiamo immaginare, tanto da essere considerato l’elemento chimico più abbondante e diffuso dell’Universo. Indicato nella tavola periodica con la lettera H, è la componente chiave del sole e di quasi tutte le stelle. 

Si tratta di un gas inodore, trasparente e non disponibile da solo in natura poiché legato ad altri elementi come l’acqua e gli idrocarburi, per questo motivo è difficile rendersi conto della sua presenza. Non solo: per poter essere utilizzato l’idrogeno è necessario separarlo dagli elementi chimici con cui si combina, attraverso una serie di processi chimici e fisici che richiedono, inevitabilmente, energia.

Inoltre, ne esistono diverse tipologie. A tal proposito potresti aver letto di idrogeno verde, blu, grigio e così via.

Non sei impazzito: ogni colore è legato alla provenienza dell’energia utilizzata nel processo di separazione e dalla CO2 emessa durante tale processo.

Se dovessimo classificare l’idrogeno in base al suo colore, metteremmo sicuramente all’ultimo posto quello nero, il peggiore: viene estratto utilizzando corrente elettrica prodotta dalle centrali a carbone o a petrolio. Segue in penultima posizione l’idrogeno grigio che, ricavato principalmente dal metano, rilascia grandi quantità di anidride carbonica nell'aria. La stessa tecnica viene utilizzata anche per l’idrogeno blu, ma con una grossa ed essenziale differenza: la CO2 derivata dal processo viene catturata e immagazzinata senza finire nell'atmosfera. Ancora meglio è l’idrogeno viola, che viene estratto utilizzando la corrente prodotta da una centrale nucleare il che comporta minori emissioni di CO2 rispetto alle opzioni precedenti. Infine, al primo posto c'è l’idrogeno verde, considerato idrogeno “pulito”: si ottiene tramite un processo di elettrolisi dell'acqua[1] alimentato da fonti rinnovabili di energia come solare, eolica o idroelettrica senza produrre emissioni di CO2.

A questo proposito, c’è una buona e una cattiva notizia. 

La cattiva notizia è che purtroppo ad oggi, la produzione di idrogeno verde è ancora costosa e complessa, costituendo solo una piccola parte del totale. La buona invece è che, fortunatamente, per accelerare il passaggio a economie più sostenibili e attente all’ambiente, la politica, le istituzioni e le imprese stanno puntando proprio sul colore verde. Infatti, con il piano RePowerEu, annunciato l’8 marzo 2022, la Commissione Europea ha deciso di premere l’acceleratore sull’idrogeno “pulito” con la produzione di 10 milioni di tonnellate entro il 2030. 

In Italia, il governo sta già investendo in progetti per creare un futuro migliore, tra cui la costruzione di stazioni di ricarica per il trasporto su gomma e ferroviario e la realizzazione delle cosidette “Hydrogen Valley” (valli dell'idrogeno). Queste valli fanno parte di un piano nazionale per la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile, che mira a collegare la produzione, il trasporto e l'utilizzo dell'idrogeno nei settori quali la mobilità e l'industria.

In Europa - e di conseguenza in Italia -l’idrogeno sta diventando davvero un elemento fondamentale della transizione energetica e dell’obiettivo NET ZERO (zero emissioni di CO2 entro il 2050).

La sua produzione è ancora costosa e molto complessa, ma i numerosi progetti già arrivati attestano il concreto impegno dei governi di utilizzare e sviluppare l’idrogeno (soprattutto quello verse) nei settori chiave, per garantire a tutti noi e al nostro pianeta un futuro migliore. 

 

 

 


 
[1] L'elettrolisi dell'acqua è un processo che sfrutta l'elettricità per separare le molecole d'acqua nei loro componenti di base: idrogeno e ossigeno.