30-07-2024
Un'unica voce: le nuove generazioni contro il cambiamento climatico
Nel 2023, il 63% della Gen Z e il 64% dei Millennial italiani[1], hanno dichiarato di essere preoccupati per il cambiamento climatico, tanto che si è arrivati a parlare di “eco-ansia”.
Questa “angoscia comune” ha spinto molti a mobiliarsi per garantire a sé stessi e alle prossime generazioni un futuro. Il tema è proprio quello di non starsene con le mani in mano, agendo nel proprio piccolo attraverso scelte personali o riunendosi in gruppi per raggiungere questo obiettivo comune.
Secondo un recente studio condotto da Deloitte, la Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012) e i Millennials (nati tra il 1981 e il 1997), sono impegnati a diffondere comportamenti a favore della sostenibilità ambientale come: evitare l’abbigliamento fast fashion (35% GenZ e 33% Millennial); verificare la sostenibilità dei prodotti acquistati (25% GenZ e 21% Millennial); rendere la propria casa più sostenibile (29% GenZ e 26% Millennial) e adottare una dieta vegana/vegetariana (17% GenZ e 19% Millennial).
Ma, oltre a queste scelte personali, per far sentire ancora di più la loro voce e arrivare a una soluzione, negli ultimi 6/7 anni i giovani si riuniscono sempre più spesso in movimenti a favore dell’ambiente. Movimenti grandi e rumorosi, talvolta molto discussi, ma forse anche proprio per questo in grado di ritagliarsi uno spazio all’interno del dibatti pubblico, e quindi capaci di arrivare a farsi ascoltare dalle più alte cariche governative.
Negli ultimi anni, uno dei movimenti più famosi è stato ‘Fridays for Future’, diventato celebre nel 2018 grazie alla protesta ostinata dell’allora quindicenne Greta Thunberg davanti al Parlamento svedese a Stoccolma. In pochissimo tempo, questo movimento ha dato inizio in tutto il mondo a scioperi scolastici e a manifestazioni pacifiche contro l’indifferenza dei governi riguardo la crisi climatica. Nel 2019 si contavano già 13mln di partecipanti, 1664 città e 125 Paesi. Il movimento è attivo ancora oggi attraverso gli scioperi globali di “resistenza climatica”.
Sulle orme di Fridays for Future, nello stesso periodo sono nati altri movimenti, come ‘Extinction Rebellion’, diventato celebre per azioni di disobbedienza civile (a dicembre 2023 hanno colorato di verde le acque del Naviglio, del Po, del Canal Grande e del Tevere) o ‘Sunrise Movement’, organizzazione americana che sostiene l’azione politica sui cambiamenti climatici degli Stati Uniti.
Oggi uno dei movimenti alla ribalta della cronaca è Ultima Generazione, movimento contro il cambiamento climatico attivo principalmente in Germania, Italia e Austria. Le sue azioni di disobbedienza civile non violenta come blocchi stradali, sit-in all’interno dei musei e blitz agli edifici istituzionali, vengono intraprese per attirare l’attenzione mediatica, politica e pubblica sulle gravi conseguenze del riscaldamento globale. Avete sentito parlare della vernice rossa sull’Arco della Pace a Milano a novembre 2023?
Oltre poi ai movimenti ambientalisti, tantissime sono anche le realtà organizzate o imprese che hanno fatto della salvaguardia ambientale la loro attività di business. Ne sono un esempio Treedom, che permette di piantare alberi in tutto il mondo, seguendone la crescita e sapendo quanta CO2 riescono ad assorbire, e 3Bee, climate tech company che permette di adottare un alveare e contribuire così alla tutela delle api e della biodiversità.
Partendo dal proprio piccolo le nuove generazioni hanno deciso di non ascoltare chi dice che non c’è futuro ma di aggregarsi in un'unica grande voce e di reagire, con azioni concrete, per costruirne uno migliore.
Poco alla volta, tutti insieme.
[1] Deloitte Global GenZ and Millennial Survey 2023, https://www2.deloitte.com/it/it/pages/about-deloitte/articles/2023-deloitte-global-gen-z-and-millenial-survey.html